Accadde oggi…

Il 20 gennaio 1942 quindici rappresentanti della burocrazia nazionalsocialista si riunirono in una villa nella periferia a sud di Berlino. Ebbe così inizio la Conferenza di Wannsee, un evento di soli 90 minuti in cui venne deciso il futuro prossimo dell’Europa e dei suoi abitanti.

Fu proprio in quella villa che venne discussa e messa a punto la “soluzione finale della questione ebraica”, un processo già avviato ma ancora non regolarizzato. Non sono molte le testimonianze rimaste della conferenza: il verbale, 15 pagine scritte, ritrovato nel 1947 tra i documenti del Ministero degli Esteri nazista, e gli atti del processo ad Adolf Eichmann a Gerusalemme nel 1961. Nel corso dell’assemblea furono discusse tutte le opzioni per liberare l’Europa dagli ebrei: si pensò all’emigrazione forzata, al trasferimento in Madagascar fino ad arrivare alla decisione finale di deportarli nell’Est europeo, usando il lavoro come genocidio ed eliminando la “parte restante”.

I nazisti avevano già manifestato da tempo la volontà di sterminare gli ebrei. Nel luglio 1941, il capo della Sicurezza del Reich Reinhard Heydrich fu incaricato da Hermann Göring di mettere a punto un piano di eliminazione. Nel dicembre 1941, invece, Hitler espresse la volontà di liberarsi totalmente della “minaccia giudaica”. Fu però durante la Conferenza di Wannsee che Heydrich propose il suo piano, perfezionato nei dettagli e con un senso di urgenza sottostante. Secondo il suo progetto, la Soluzione Finale avrebbe dovuto colpire circa 11 milioni di ebrei residenti sia nei paesi controllati dall’Asse che nel Regno Unito e nelle nazioni neutrali come Svizzera e Turchia. Furono molti gli eufemismi utilizzati durante gli incontri, ma era chiaro l’obiettivo centrale: l’eliminazione fisica di tutti gli ebrei dall’Europa attraverso una serie di azioni coordinate e studiate.

Le conseguenze della Conferenza furono devastanti. I ghetti ebraici si svuotarono, le deportazioni si intensificarono e gli ebrei vennero spediti nei campi di lavoro o di sterminio. Da quel momento l’efferatezza dei nazisti nei confronti degli ebrei non trovò freno sino al 1945, con la liberazione di Auschwitz e degli altri campi di concentramento.

Nel gennaio 2022, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in occasione dell’80° anniversario della Conferenza di Wannsee, ha dichiarato:

“Il 27 gennaio 2022 celebriamo il 77º anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. Ricordiamo tutti i sopravvissuti e i milioni di donne, uomini e bambini ebrei uccisi dal regime nazista, insieme a tutte le altre vittime del nazismo. In molte cerimonie in tutta Europa e nel mondo verranno chiamati i loro nomi e saranno ricordate le loro vite.

Quest’anno ricorre anche l’80º anniversario della conferenza di Wannsee, la riunione che segnò il destino degli ebrei europei. In tale occasione i nazisti si prefissero di rastrellare sistematicamente l’Europa alla ricerca di ebrei, per sterminare il loro popolo.

L’Olocausto fu un disastro europeo provocato dall’antisemitismo. L’antisemitismo disumanizza il popolo ebraico. Nella Germania nazista questa disumanizzazione ha aperto le porte alla Shoah. Non dobbiamo mai dimenticare.

In questo giorno, tuttavia, guardiamo anche al futuro. Dopo la guerra l’Europa è stata costruita con promesse di pace. Ma ancor oggi l’antisemitismo sta crescendo nel nostro continente e minaccia la comunità ebraica che ci vive.

Dall’inizio della pandemia le teorie complottistiche e la disinformazione antisemite si sono propagate rapidamente, sia online che offline. Le persone che sfilano per le strade europee indossando la stella di David paragonando le misure pandemiche al genocidio del regime nazista banalizzano l’esperienza delle vittime della Shoah. La rappresentazione distorta dell’Olocausto alimenta la retorica dell’odio. Ogni europeo deve conoscere i fatti e studiare l’Olocausto.

Per questo motivo la Commissione europea ha presentato la prima strategia dell’UE sulla lotta contro l’antisemitismo e il sostegno alla vita ebraica, in cui essa propone oltre 70 azioni concrete intese a contrastare l’antisemitismo online, garantire la sicurezza delle comunità ebraiche, creare una rete di siti “in cui si è consumato l’Olocausto” e raggiungere il grande pubblico con riflessioni su una cultura della memoria in Europa.

Il fulcro della nostra azione è garantire che gli ebrei in tutta Europa possano vivere la loro vita conformemente alle loro tradizioni religiose e culturali. Perché l’Europa potrà prosperare solo quando potranno farlo anche le sue comunità ebraiche e perché la vita ebraica è parte integrante della storia e del futuro dell’Europa.”

Pagina aggiornata il 14/11/2024

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