«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza»
Il 10 dicembre 1948, a Parigi, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvava la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Il documento, che si compone di 30 articoli tradotti nelle lingue ufficiali delle Nazioni Unite, raccoglie in sé un lungo processo di riflessione etico-politica protrattosi per secoli attraverso i più importanti avvenimenti storici quali la Rivoluzione Francese, l’Indipendenza americana o le due guerre mondiali del XX secolo. Fu proprio a partire dalla situazione creatasi successivamente alla seconda guerra mondiale che il passaggio verso la Dichiarazione divenne obbligato, anche in risposta alla necessità di ristabilire gli equilibri mondiali e di dare solidità alle conquiste civili e sociali precedenti.
La Dichiarazione fu adottata dalla Commissione delle Nazioni Unite presieduta da Eleanor Roosvelt, vedova del Presidente statunitense Franklin Delano Roosvelt, la quale si impegnò con grande dedizione nell’ambito dei diritti umani. 48 Paesi dei 58 membri (l’Italia divenne membro nel 1955) firmarono la Dichiarazione, che oggi ha valore legale vincolante e sancisce i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona.
Pubblichiamo in allegato il testo integrale della Dichiarazione.
Pagina aggiornata il 14/11/2024